Febbraio 2018 – Dal libro del Siracide (27)

“Per amor del denaro molti peccano, chi cerca di arricchire procede senza scrupoli.

Fra le giunture delle pietre si conficca un piuolo, tra la compra e la vendita si insinua il peccato”

(Sir. 27, 1-2)

Nel lungo corso della sua esperienza il saggio ha notato fatti incresciosi.

Vi sono uomini che entrano nel labirinto degli affari a capofitto; si trovano impigliati in una rete che li costringe a non aver più sentimenti umani; di norma, per giustificarsi, si dice che “non si deve guardar in faccia a nessuno”, e intanto la costrizione dell’affare è tale che si passa sopra a qualsiasi affetto, pur di un padre, di una madre, di una sposa, dei figli e persino dei fratelli e degli amici.

“Per amor del denaro” si arriva ad esser pronti a tutto; è il punto di partenza da cui a cascata poi derivano tanti altri misfatti, delitti e peccati.

In modo ancor più evidente questo meccanismo diabolico (di divisione) si insinua fra l’acquisto e la vendita.

Il “fiuto dell’affare” porta inevitabilmente a spingersi più che si può e fin che si può verso l’inganno nei confronti di colui che semplicemente è chiamato “cliente”.

Don Roberto.

GENNAIO 2018 – Dal libro del Siracide (27)

L’ “antico” non è sempre e solo sorpassato.



Quando Gesù termina di raccontare le “Parabole del Regno di Dio” (parabola del seminatore, del buon grano e della zizzania, del granello di senape, del lievito, del tesoro nascosto, della perla preziosa e della rete gettata in mare) usa questa espressione: “Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt. 13,52).

Da cristiani sentiamoci come questo “padrone di casa” che non teme di attingere pure al “tesoro delle cose antiche”.

Mese dopo mese dal libro del Siracide (cap. 27) attingeremo una perla alla volta riguardo al commercio e all’onestà, alla giustizia, al segreto, all’amicizia ed al comportamento dell’ipocrita.

Come assaggio che gusteremo il prossimo mese:

“Per amor del denaro molti peccano, chi cerca di arricchire procede senza scrupoli” (Sir. 27,1).

Don Roberto

 

Dicembre 2017 – Amoris Laetitia

Papa Paolo VI da Nazaret ci ha ricordato il bene della famiglia.

66. «L’alleanza di amore e fedeltà, di cui vive la Santa Famiglia di Nazaret, illumina il principio che dà forma ad ogni famiglia, e la rende capace di affrontare meglio le vicissitudini della vita e della storia. Su questo fondamento, ogni famiglia, pur nella sua debolezza, può diventare una luce nel buio del mondo. “Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi che cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile; ci faccia vedere come è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale” (Paolo VI, Discorso a Nazaret, 5 gennaio 1964)».

Don Roberto

Novembre 2017 – Amoris Laetitia

La vocazione nel trasmettere la vita e nell’educazione dei figli.


85. La Chiesa è chiamata a collaborare, con un’azione pastorale adeguata, affinché gli stessi genitori possano adempiere la loro missione educativa. Deve farlo aiutandoli sempre a valorizzare il loro ruolo specifico, e a riconoscere che coloro che hanno ricevuto il sacramento del matrimonio diventano veri ministri educativi, perché nel formare i loro figli edificano la Chiesa, e nel farlo accettano una vocazione che Dio propone loro.

Don Roberto

Ottobre 2017 – Amoris Laetitia

La forza della grazia ricevuta nel sacramento del matrimonio.

 

74. L’unione sessuale, vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è a sua volta per gli sposi via di crescita nella vita della grazia. È il «mistero nuziale». Il valore dell’unione dei corpi è espresso nelle parole del consenso, dove i coniugi si sono accolti e si sono donati reciprocamente per condividere tutta la vita. Queste parole conferiscono un significato alla sessualità, liberandola da qualsiasi ambiguità. Tuttavia, in realtà, tutta la vita in comune degli sposi, tutta la rete delle relazioni che tesseranno tra loro, con i loro figli e con il mondo, sarà impregnata e irrobustita dalla grazia del sacramento che sgorga dal mistero dell’Incarnazione e della Pasqua, in cui Dio ha espresso tutto il suo amore per l’umanità e si è unito intimamente ad essa. Non saranno mai soli con le loro forze ad affrontare le sfide che si presentano. Essi sono chiamati a rispondere al dono di Dio con il loro impegno, la loro creatività, la loro resistenza e lotta quotidiana, ma potranno sempre invocare lo Spirito Santo che ha consacrato la loro unione, perché la grazia ricevuta si manifesti nuovamente in ogni nuova situazione.

Don Roberto

Settembre 2017 – Amoris Laetitia

Ringraziamo pure noi il Creatore per il dono della famiglia cristiana.

57. Rendo grazie a Dio perché molte famiglie, che sono ben lontane dal considerarsi perfette, vivono nell’amore, realizzano la propria vocazione e vanno avanti anche se cadono tante volte lungo il cammino. A partire dalle riflessioni sinodali non rimane uno stereotipo della famiglia ideale, bensì un interpellante mosaico formato da tante realtà diverse, piene di gioie, drammi e sogni. Le realtà che ci preoccupano sono sfide. Non cadiamo nella trappola di esaurirci in lamenti autodifensivi, invece di suscitare una creatività missionaria. In tutte le situazioni «la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. […] I grandi valori del matrimonio e della famiglia cristiana corrispondono alla ricerca che attraversa l’esistenza umana». Se constatiamo molte difficoltà, esse sono – come hanno affermato i Vescovi della Colombia – un invito a «liberare in noi le energie della speranza traducendole in sogni profetici, azioni trasformatrici e immaginazione della carità».

Don Roberto

Agosto 2017 – Amoris Laetitia

Le sfide di oggi non devono scoraggiarci, soprattutto nelle difficoltà per educare i nostri figli

56. Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo». E’ inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini. Non si deve ignorare che «sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare». D’altra parte, «la rivoluzione biotecnologica nel campo della procreazione umana ha introdotto la possibilità di manipolare l’atto generativo, rendendolo indipendente dalla relazione sessuale tra uomo e donna. In questo modo, la vita umana e la genitorialità sono divenute realtà componibili e scomponibili, soggette prevalent日本藤素
emente ai desideri di singoli o di coppie». Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata.

Don Roberto

Luglio 2017 – Amoris Laetitia

Il dono di Gesù Cristo: il matrimonio e la famiglia sono un sacramento.

  1. Il matrimonio cristiano è un segno che non solo indica quanto Cristo ha amato la sua Chiesa nell’Alleanza sigillata sulla Croce, ma rende presente tale amore nella comunione degli sposi. Unendosi in una sola carne rappresentano lo sposalizio del Figlio di Dio con la natura umana. Per questo «nelle gioie del loro amore e della loro vita familiare egli concede loro, fin da quaggiù, una pregustazione del banchetto delle nozze dell’Agnello». Benché «l’analogia tra la coppia marito-moglie e quella Cristo-Chiesa» sia una «analogia imperfetta», essa invita ad invocare il Signore perché riversi il suo amore dentro i limiti delle relazioni coniugali.

Don Roberto

Giugno 2017- Amoris Laetitia

Il dono di Gesù Cristo: il matrimonio e la famiglia sono un sacramento.

73: «Il dono reciproco costitutivo del matrimonio sacramentale è radicato nella grazia del battesimo che stabilisce l’alleanza fondamentale di ogni persona con Cristo nella Chiesa. Nella reciproca accoglienza e con la grazia di Cristo i nubendi si promettono dono totale, fedeltà e apertura alla vita, essi riconoscono come elementi costitutivi del matrimonio i doni che Dio offre loro, prendendo sul serio il loro vicendevole impegno, in suo nome e di fronte alla Chiesa. Ora, nella fede è possibile assumere i beni del matrimonio come impegni meglio sostenibili mediante l’aiuto della grazia del sacramento. […] Pertanto, lo sguardo della Chiesa si volge agli sposi come al cuore della famiglia intera che volge anch’essa lo sguardo verso Gesù». Il sacramento non è una “cosa” o una “forza”, perché in realtà Cristo stesso «viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Egli rimane con loro, dà loro la forza di seguirlo prendendo su di sé la propria croce, di rialzarsi dopo le loro cadute, di perdonarsi vicendevolmente, di portare gli uni i pesi degli altri»

Don Roberto

Maggio 2017 – Amoris Laetitia

Il dono di Gesù Cristo: il matrimonio e la famiglia sono un sacramento.

72. Il sacramento del matrimonio non è una convenzione sociale, un rito vuoto o il mero segno esterno di un impegno. Il sacramento è un dono per la santificazione e la salvezza degli sposi, perché «la loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa. Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l’uno per l’altra, e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi». Il matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa. Pertanto, la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere frutto di un discernimento vocazionale.

Don Roberto