AMARE – Nella Trinità di Rublev

Il Dott. Christian Negri presenta:

AMARE

Nella trinità di Rublev

Rublev_trinita

Significati tra le forme

In quest’opera iconografica di grande
valore teologico Rublëv ha voluto rendere
visibile la perfetta bellezza del logos divino,
“In principio era il Verbo, e il Verbo era
presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv. 1,1). É
un’opera che mostra in tutta la sua
dimensione figurativa il Verbo di Dio: “E il
Verbo si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi (Gv 1,14).
Ci troviamo così di fronte a tre figure di
angeli: siamo invitati al banchetto divino,
siamo chiamati all’ascolto del grande
silenzio1. Gli angeli rappresentati sono
perfettamente distinti nella loro identità
essenziale. Sono in quiete, dai loro sguardi
non trapela angoscia alcuna e le loro ali
d’orate indicano leggerezza e assenza di
peso2. Dunque, come leggere la Santa
Trinità? Dove ritrovare nell’icona stessa i
segni della loro perfetta distinzione E
unione?
Partiamo dal centro dello spazio
1sovrastante gli angeli. L’albero dipinto ci
riporta a Mamre, alle querce, “Poi il
Signore apparve a lui [Abramo] alle Querce
di Mamre” (Esodo 18,1) e prosegue, “Egli
alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano
in piedi presso di lui” (Es 18,2). Al passaggio
di Dio ―l’angelo al centro della nostra
scena― niente è più come prima, Sara
attende Isacco e la quercia diviene l’albero
della vita custodito dai cherubini in Eden
(cfr. Genesi 3,24). C’è una roccia, il luogo
della retta preghiera e della retta
contemplazione, il monte Tabor, dove Gesù
anticipa la sua ascesa in gloria e la sua
venuta in Spirito Santo (cfr. Matteo 17,1-9).
È proprio quest’ultimo ―l’angelo in verde―
l’unità perfetta, quella gioia che è
abbraccio del Padre e del Figlio3. Infine, la
Chiesa-Tabernacolo,
simbolo
della
Comunità (cfr. Atti degli apostoli 2,42) che
su Cristo si fonda: “Tu sei Pietro e su
questa pietra edificherò la mia Chiesa”
(Matteo 16,18 corsivo mio). Ciascun angelo
ha in mano un’identico scettro, indice
dell’uguaglianza delle tre persone.
Dunque, i tre angeli di Rublëv
rappresentano, o meglio, sono, il volto
trinitario di Dio, il suo mistero e la sua
bellezza. Sono distinti ma insieme
perfettamente identici, tre sguardi di un
unico volto, tre istanti di un unico eterno,
il mistero del Dio tri-unitario, appunto.
Al centro dell’icona, il calice eucaristico:
è infatti con e attraverso l’eucarestia che
si celebra il sacrificio di Gesù (Luca 22, 17-
20)
. È il libero dono d’amore del Padre che
consegna il Figlio alla morte per la nostra
salvezza eterna (cfr. Giovanni 3,16).
Infine, il tavolo con appoggiato il calice, è
l’altare, simbolo della Sacra Scrittura, dove
il rettangolo dipinto sul lato frontale
rappresenta il geroglifico della terra e
indica l’universalità della Parola di Dio4.
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1
M. Cacciari, Tre Icone, Adelphi, Milano 2007, p.45.

2P. N. Evdokimov, Teologia della bellezza. L’arte
dell’icona, San Paolo, Milano 1990, p.234.
3
Ivi, p.232.
4
Ivi, p.237