Agenda della settimana (7 Mag. – 14 Mag.)

PARROCCHIA S. GIOVANNI EVANGELISTA
GALBIATE
AGENDA DELLA SETTIMANA

Appuntamenti della settimana

Lunedì 8 maggio

S. MESSA
Alle ore 10,30 presso il Centro Diurno “Le Querce di Mamre”


Giovedì 11 maggio

OTTAVO INCONTRO PER I GIOVANI

Incontro sul tema “Una regola di vita: tutto avvenga decorosamente e con ordine”

Alle ore 21,00 presso l’Oratorio di Oggiono


Sabato 13 maggio

  1. ore 15,00: raduno diocesano chierichetti in Duomo in occasione del Centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima.
  2. ore 21,00: Concerto Ensemble Femminile “Cum Corde” in Chiesa S. Giovanni Ev. Galbiate.

12 maggio – Pellegrinaggio al Seminario di Venegono

In preparazione all’ordinazione presbiterale di don Marco Cesana.
PROGRAMMA: partenza ore 18,30, arrivo in Seminario e recita del S. Rosario con confessioni, ore 20,45 S. Messa e rientro.
ISCRIZIONI ENTRO LUNEDÍ 8 MAGGIO – Costo € 10,00

Mese di maggio – Recita s. Rosario

Durante tutto il mese di maggio recita del S. Rosario presso le Chiese di S. Eusebio, del Cantino e del Carribbio nonché negli altri ritrovi dei gruppi di famiglie. IL MERCOLEDÍ ALLE ORE 20,30 RECITA S. ROSARIO IN CHIESA S. GIOVANNI EV.

Ciclo di formazione per catechisti e catechiste dell’iniziazione cristiana

Presso Oratorio di Oggiono – salone S. Agnese
26 aprile – 5 maggio – 12 maggio – 17 maggio ore 20.30
Iscrizioni entro il 23 aprile

Punto Caritas comunità pastorale

APERTO ogni SABATO in LARGO INDIPENDENZA (portoncino dell’oratorio) – Dalle ore 9.00 alle ore 11.00

RACCOLTA DIOCESANA “CARITAS” DI NDUMENTI USATI

I sacchi azzurri/gialli disponibili in Chiesa da sabato 13 maggio.
Da consegnare in Oratorio sotto la tettoia negli orari apertura (15,30 – 18,00) tassativamente entro venerdì 19 maggio.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 54ª GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Sospinti dallo Spirito per la missione

Negli anni scorsi, abbiamo avuto modo di riflettere su due aspetti che riguardano la vocazione cristiana: l’invito a “uscire da sé stessi” per mettersi in ascolto della voce del Signore e l’importanza della comunità ecclesiale come luogo privilegiato in cui la chiamata di Dio nasce, si alimenta e si esprime.

Ora, in occasione della 54a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, vorrei soffermarmi sulla dimensione missionaria della chiamata cristiana. Chi si è lasciato attrarre dalla voce di Dio e si è messo alla sequela di Gesù scopre ben presto, dentro di sé, l’insopprimibile desiderio di portare la Buona Notizia ai fratelli, attraverso l’evangelizzazione e il servizio nella carità. Tutti i cristiani sono costituiti missionari del Vangelo! Il discepolo, infatti, non riceve il dono dell’amore di Dio per una consolazione privata; non è chiamato a portare sé stesso né a curare gli interessi di un’azienda; egli è semplicemente toccato e trasformato dalla gioia di sentirsi amato da Dio e non può trattenere questa esperienza solo per sé: «La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 21).
L’impegno missionario, perciò, non è qualcosa che si va ad aggiungere alla vita cristiana, come fosse un ornamento, ma, al contrario, è situato nel cuore della fede stessa: la relazione con il Signore implica l’essere mandati nel mondo come profeti della sua parola e testimoni del suo amore.
Se anche sperimentiamo in noi molte fragilità e possiamo talvolta sentirci scoraggiati, dobbiamo alzare il capo verso Dio, senza farci schiacciare dal senso di inadeguatezza o cedere al pessimismo, che ci rende passivi spettatori di una vita stanca e abitudinaria. Non c’è posto per il timore: è Dio stesso che viene a purificare le nostre “labbra impure”, rendendoci idonei per la missione: «É scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato. Poi io udii la voce del Signore che diceva: “Chi manderò e chi andrà per noi?”. E io risposi: “Eccomi, manda me!”» (Is 6,6-8).
Ogni discepolo missionario sente nel cuore questa voce divina che lo invita a “passare” in mezzo alla gente, come Gesù, “sanando e beneficando” tutti (cfr At 10,38). Ho già avuto modo di ricordare, infatti, che in virtù del Battesimo, ogni cristiano è un “cristoforo”, cioè “uno che porta Cristo” ai fratelli (cfr Catechesi, 30 gennaio 2016). Ciò vale in modo particolare per coloro che sono chiamati a una vita di speciale consacrazione e anche per i sacerdoti, che generosamente hanno risposto “eccomi, Signore, manda me!”.
Con rinnovato entusiasmo missionario, essi sono chiamati ad uscire dai sacri recinti del tempio, per permettere alla tenerezza di Dio di straripare a favore degli uomini (cfr Omelia Santa Messa del Crisma, 24 marzo 2016). La Chiesa ha bisogno di sacerdoti così: fiduciosi e sereni per aver scoperto il vero tesoro, ansiosi di andare a farlo conoscere con gioia a tutti! (cfr Mt 13,44).
Certamente, non poche sono le domande che sorgono quando parliamo della missione cristiana: che cosa significa essere missionario del Vangelo? Chi ci dona la forza e il coraggio dell’annuncio? Qual è la logica evangelica a cui si ispira la missione? A questi interrogativi possiamo rispondere contemplando tre scene evangeliche: l’inizio della missione di Gesù nella sinagoga di Nazareth (cfr Lc 4,16-30); il cammino che Egli fa da Risorto accanto ai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35); e infine la parabola del seme (cfr Mc 4,26-27).
È questa intima amicizia con il Signore che desidero vivamente incoraggiare, soprattutto per implorare dall’alto nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Il Popolo di Dio ha bisogno di essere guidato da pastori che spendono la loro vita a servizio del Vangelo. Perciò, chiedo alle comunità parrocchiali, alle associazioni e ai numerosi gruppi di preghiera presenti nella Chiesa: contro la tentazione dello scoraggiamento, continuate a pregare il Signore perché mandi operai nella sua messe e ci dia sacerdoti innamorati del Vangelo, capaci di farsi prossimi con i fratelli ed essere, così, segno vivo dell’amore misericordioso di Dio.
Cari fratelli e sorelle, ancora oggi possiamo ritrovare l’ardore dell’annuncio e proporre, soprattutto ai giovani, la sequela di Cristo. Dinanzi alla diffusa sensazione di una fede stanca o ridotta a meri “doveri da compiere”, i nostri giovani hanno il desiderio di scoprire il fascino sempre attuale della figura di Gesù, di lasciarsi interrogare e provocare dalle sue parole e dai suoi gesti e, infine, di sognare, grazie a Lui, una vita pienamente umana, lieta di spendersi nell’amore.
Maria Santissima, Madre del nostro Salvatore, ha avuto il coraggio di abbracciare questo sogno di Dio, mettendo la sua giovinezza e il suo entusiasmo nelle sue mani. La sua intercessione ci ottenga la stessa apertura di cuore, la prontezza nel proferire il nostro “Eccomi” alla chiamata del Signore e la gioia di metterci in viaggio (cfr Lc 1,39), come Lei, per annunciarlo al mondo intero.