Il Dott. Christian Negri presenta:
AMARE
In tre parole
Vorrei riflettere su tre possibili
sfumature del significato di amare. Proprio
perché questo termine (questa relazione) è
oggi sempre più inflazionato, usato e
abusato, mi sembra opportuno ripercorrere
il significato che risiede nelle parole greche
agápē, eros e philia interpretate
nell’orizzonte cristiano.1
Agápē
Con il termine agápē si vuole indicare la
forma assoluta dell’amore, la forma più
elevata. Il sostantivo agápē è riferito a Dio
stesso misericordioso. Rappresenta due
movimenti: da un lato indica l’amore
cristiano autentico, che lega l’uomo
all’uomo e l’uomo a Dio; dall’altro, l’amore
di Dio verso gli uomini.
Agápē ha conferito alle relazioni tra le
persone un significato del tutto nuovo di
profondità spirituale2: “Dio è amore”, “Dio
è agápē” (“Deus caritas est” 1Gv 4,8).
Proprio questo versetto, scrive Don Carlo
Rocchetta, esprime bene “il contenuto del
Vangelo e dell’amore nella sua origine ed
essenza.”3.
Se volgessimo la nostra attenzione al
mistero della Santa Trinità, tenendo ben
presente l’Amore divino, non solamente
dovremmo pensare questo mistero nel
senso del Dio Uno e Trino, ma dovremmo
ammettere che proprio agápē è ciò che lega
indissolubilmente, formandone un’unità, le
tre persone divine (ipóstasi). È un Amore
intra-trinitario che lega in Uno le persone
del Padre del Figlio e dello Spirito Santo
che sono perfettamente unite e insieme
perfettamente distinte.
Agápē è l’Amore di Grazia che si offre a
noi in modo totalmente gratuito, è “l’amore
della suprema libertà spirituale”4. È l’Amore
che Dio dona all’uomo senza alcuna riserva,
manifestato perfettamente dall’amore di
Cristo crocifisso. Come scrive Papa
Benedetto XVI: “Nella sua morte in croce
si compie quel volgersi di Dio contro se
stesso nel quale Egli si dona per rialzare
l’uomo e salvarlo— amore, questo, nella sua
forma più radicale.”.5
L’Amore di Dio è donato nella totale
gratuità, è amore-amante, ossia l’amore del
Padre che dona il Figlio, del Figlio stesso
che si dona per la salvezza degli uomini e
amore dello Spirito Santo che si dona a noi
divenendo Grazia ricevuta. Leggiamo dal
Vangelo di Giovanni:
Prima della festa di Pasqua Gesù,
sapendo che era giunta la sua ora di
passare da questo mondo al Padre, dopo
aver amato i suoi che erano nel mondo, li
amò sino alla fine.
(Gv 13,1. Corsivo mio.)
1Il testo di riferimento per i paragrafi successivi è Pavel A.
Florenskij, L’amicizia, Castelvecchi, Roma 2013.
Florenskij è stato filosofo, teologo, matematico e religioso
russo. Considerato tra i massimi pensatori del novecento,
fu accusato e condannato per attività controrivoluzionaria
ai lavori forzati e fucilato l’8 Dicembre 1933 a Leningrado.
2Cfr. Ibidem, p.16.
3
C. Rocchetta, Teologia della tenerezza, EDB, Bologna
2000, p.116. (Sacerdote e teologo).
4
Pavel A. Florenskij, op. cit., p.16.
5
Benedetto XVI, Deus caritas est, Libreria ed. vaticana,
Città del Vaticano 2006, p.31.